giovedì 7 marzo 2013

Feste che mi avvelenano il sangue

Devo scendere a patti con una società nella quale capita che io non riesca a riconoscermi.

Volevo scrivere un post di ragionamenti, di congetture sul perché la società trasforma ricorrenze in gingilli pubblicitari privi di ogni qualsivoglia morale.

Volevo davvero mettermi a leggere decine di articoli sulle 130+ donne ammazzate nel 2012 in Italia e scrivere che non possiamo festeggiare in una società dove le donne vengono squartate, fatte a pezzi, sgozzate, soffocate, date in pasto ai cani, stuprate da branchi di uomini, seppellite, chiuse in sacchi della spazzatura, sfruttate, rinchiuse, derise, silenziate, picchiate, molestate.
Una società di maschi che si ricordano che le proprie compagne siano donne solo l'8 marzo, perché ce ne sono e sono tantissimi, e le lascino sfogarsi e strusciarsi addosso ai fusti nei locali.
Mi chiedo cos'abbiano in testa quelle femmine che domani sera si acchittano, si scoprono e vanno a zoccoleggiare per il mondo. Ma mi chiedo pure cos'abbiano in testa quelle che vanno in pizzeria a festeggiare tra sole donne.
Per non parlare degli eventi, delle locandine piene di addominali e di mimose, degli auguri che riceviamo tutti i  benedettissimi anni.

Volevo scrivere e ragionare sulla condizione sociale della donna in Italia e nel mondo, sull'ipocrisia dilagante e sulla violenza domestica, ma tutto ciò che mi viene da chiedermi e da chiedere a chi leggerà è


Che cazzo ci augurate? Che cazzo festeggiate?

2 commenti:

  1. Sotto un certo punto di vista (il punto de "la giornata atta a ricordare o celebrare qualcosa) assomiglia un po' a ciò che è capitato al San Valentino. Che io non lo so, eh, ma il San Valentino che "era" me lo immagino così: una coppia felice che il 14 febbraio si dà un bacino in più e sorride di quella giornata.
    Adesso ce l'hanno fatto odiare.

    Ovviamente la festa della donna tratterebbe di qualcosa di più delicato.

    Ed io, personalmente, condivido il tuo pensiero. Non capisco perché la gente festeggi e si faccia gli auguri, quando ci si dovrebbe solo vergognare dei pochissimi passi fatti finora. E quei passi fatti sono tutti all'indietro.

    Dovrebbe esse una giornata fatta di silenzi e sensi di colpa e di riflessione. Ma una riflessione interiore, non sbandierata al vento. Un esame di coscienza per tutti, uomini e donne.
    Andrebbe fatta ogni giorno, certo, ma... Accontentiamoci di un giorno all'anno, visto che altrimenti non lo si farebbe mai.

    Arianna la cugina.

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  2. Per fortuna non ho fatto auguri l'8 marzo altrimenti sarei incappato nella tua ira :-)

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