martedì 19 febbraio 2013

Delirio notturno di un'insonne provvista di smartphone

Dovrei dormire ma non ho sonno.
Domani mi aspetta una valanga di informazioni da memorizzare e tanto caffè da prendere, visto che mi alzo fra cinque ore, anzi meno.
Poi non avevo mai scritto un post dal telefonino, che quando faccio 'ste cose innovative da brava ottantennedentro mi viene sempre da pensare a quanti passi in avanti abbia fatto la tecnologia in una manciata di attimi, che fino a quindici anni fa la gente ancora sapeva scrivere a penna.
La mia anima conservatrice mi spedisce alla ricerca di un colpevole per questa brutalizzazione della carta (stampata, straccia, da missive, da temi, pulita).

La colpa non è di nessuno, o forse è la nostra che ci piacerebbe tanto provare l'emozione di scrivere una lettera e di aspettare la risposta però continuiamo a mandare facce gialle sulle chat. (o a comprare gli eBooks invece di andare in libreria).
Ho sempre voluto un amico di penna: i protagonisti del mio corso triennale di Francese alle medie, François e Matteo, si erano incontrati perché erano due amici di penna, arricchendo di mille avventure avventurose le nostre lezioni per tre anni interi.

E niente, sto scrivendo un post su un blog da uno smartphone e sono le tre di notte e voglio un amico di penna.
Ma non avrei tempo per le lettere, quindi è stato bello finché è durato amico di penna ma davvero dobbiamo smetterla di scriverci, però se vuoi aggiungimi su Facebook.

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