venerdì 18 gennaio 2013

Infinita letizia della mente candida

La sera prima della Vigilia di Natale, a Maya scampati, ho visto "Eternal Sunshine of the Spotless Mind", pellicola dai mille volti (o forse uno solo?) che in italiano è stata tradotta suppongo da un bastardo in "Se mi lasci ti cancello", andando di diritto confinata (fino ad ora) in quel gruppo di commedie drammaromantiche - per me con poco sex appeal - in stile Julia Roberts che scappa dai mariti in sella ad un cavallo.
Se non lo avete visto, fatelo, anche perché non esiterò a spoilerare, vi ho avvertiti.

Il titolo, bellissimo anche già in inglese, proviene direttamente da una poesia, anzi da un testo di Sir Alexander Pope (sì, proprio quel A.Pope di Tom Hanks e il Codice da Vinci); versi che vengono citati direttamente da Kirsten Dunst (insieme ad una frase di Nietszche, momento di vero godimento) in un punto - secondo me - chiave del film e che avremmo riconosciuto, se quel mentecatto avesse distribuito il film con il titolo tradotto per bene, tutt'al più originale:

Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

L'"infinita letizia della mente candida" ha risvegliato in me dei pensieri e delle domande che mi sono sempre posta e che non ho mai condiviso con nessuno.
Tutto è iniziato quando al Seattle Grace Hospital è arrivata "la Sconosciuta", ri-battezzata Ava: una donna che aveva perso completamente la memoria. Dopo mille peripezie e dopo essersi innamorata di Alex Karev, che ricambiava questo strano sentimento, spunta suo marito e se la riporta a casa: lei non lo ricorda, e ovviamente non riesce ad amarlo, ma a casa ci torna lo stesso.
La mia prima tesi è suffragata anche da Charles Bukowski, che nel suo "Musica per organi caldi" scrive:
L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci far star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.

Ma arrivo al punto e vi dico cosa mi passa da sempre in testa. Quello che mi chiedo è: se fossimo innamorati di qualcuno e poi perdessimo la memoria, mi rinnamoreremmo di quella persona, ne ameremmo le stesse cose che amavamo prima?

Non potevo darla vinta così facilmente a Bukowski, anche se penso che in fondo abbia ragione.
Non potevo perché per me l'amore è l'unica forza del mondo, è l'amor che vincit omnia, l'amor che move il sole e le altre stelle. E' un'illusione, okay, ma è l'amore inspiegabile che ci fa fare le pazzie e ci fa piangere e sperare come null'altro nell'universo.
E l'amore di cui parlo io è l'amore nel senso più generale, quello per un compagno, per un figlio, per un lavoro, per un paese, per una boy band, per la vita: qualsiasi amore, purché sia amore.
In questo senso qui, è l'amore per un/a compagno/a: poteva essere che il mitico amore invincibile venisse vinto così da un danno medico?
Se l'amore vero è incondizionato, non dovrebbe avere condizioni.
E questa è la mia seconda tesi.

Il fatto è che in questo film Joel e Clementine si conoscono ad una festa, si innamorano alla follia, stanno insieme tre anni, poi litigano alla follia e prima lei e poi lui si sottopongono ad un esperimento grazie al quale dimenticano tutti ma proprio tutti i ricordi legati all'altro. Joel, che si sottopone per ultimo al trattamento [offerto dalla Lacuna Inc., diretta dal Dottor Howard, in cui lavora anche Mary (Kirsten Dunst)], si sveglia nel suo letto, visibilmente strano, (il trattamento veniva fatto di notte, a casa del paziente), pensieroso, pieno di domande, ed invece di andare a lavoro prende inspiegabilmente un treno per Montauk, luogo dove aveva conosciuto Clem per la prima volta e dove quella mattina la rincontra, senza sapere chi fosse. Ne rimane totalmente affascinato e così, sembra, inizia una - nuova - relazione tra di loro.
Contemporaneamente, o meglio la sera prima, nella camera da letto di Joel durante la procedura, Mary confessa al suo capo Howard di essersi innamorata di lui, e alla fine scopre di esserlo già stata e di essersi voluta sottoporre anche lei al trattamento, dimenticando tutto.
(Chiedo scusa per questo semispoiler <3 )

Io lo so che questo è un film che in alcuni siti è bollato come fantascientifico.
E lo so che è un film e che la vita non è un film.
Ma restituisce la palla alla mia teoria. Sembra affermare una volta per tutte che c'è qualcosa di incondizionato che ci porta sempre e comunque e inspiegabilmente verso una persona e sempre verso di lei.
L'amore non sta alle condizioni, purché sia amore.
E quindi forse è vero che aveva ragione pure Bukowski, che ameremmo altre persone se solo le incontrassimo. Ma Joel incontra ancora Clem e Mary incontra ancora Howard e l'amore vince senza condizioni.
Quindi, probabilmente, con il beneficio del dubbio, l'amore non è un ricordo che perdiamo insieme alla memoria, bensì un'inclinazione, una strada segnata, un vortice che ci risucchia, un mistero inconsapevole, e quindi per altri mille anni mille ci rinnamoreremo e ci ritroveremo faccia a faccia ogni singolo momento.
Purché sia amore.


3 commenti:

  1. Forse semplicemente nessuno vuole commentare

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  2. Posto questo commento che ho ricevuto tramite Facebook.

    Infinita letizia della mente candida -
    Nella serie anime Mode Geass (non so quanto sia tu appassionata di anime) c'è una sotto trama simile a questa. Shirley ama Lelouch il quale sta segretamente a capo della resistenza per liberare il Giappone. Per evitare che la ragazza lo scopra e venga catturata o uccisa, Lelouch, usa il suo potere speciale (il geass) e le fa dimenticare tutto. Tutto quello che c'era tra di loro. [vado avanti con lo spoileraggio]. Shirley, col tempo, si ri-innamora di Lelouch da zero.
    Anche io penso che, in caso di situazioni assurde come queste, la gente finirebbe per ri-innamorarsi delle stesse persone, ma, a differenza di te, io non credo nella forza invincibile dell'amore che, al contrario, è solo un etichetta (o se vogliamo un contenitore) usato per descrivere fattori diversi e complessi. Per non andare troppo per le lunghe mi limiterò, in questa sede, a descriverne due: il fattore chimico e quello psicologico.
    Il primo determina chi ci piace, e non lo decidiamo con gli occhi, ma col naso. Non riconosciamo alcun profumo, ma siamo "per qualche motivo" attratti da un'altra persona. A volte neanche ce lo spieghiamo come possa piacerci quella persona, ci confondiamo e crediamo di esserci innamorati quando invece ci è solo piaciuto l'odore. È chiaro che, pur perdendo qualsiasi ricordo di qualcuno, rimarremmo comunque inclini ad essere attratti dal quel tipo di odore.
    Il secondo fattore è quello psicologico (quello più figo!) ed entra in gioco quando iniziamo a relazionarci con l'altro. Una coppia affiatata non è altro che la perfetta sintonia tra un sadico e un masochista. Entrambi hanno bisogno l'uno dell'altro per poter essere ciò che sono. Il sadico ha bisogno di qualcuno su cui esercitare il suo potere (fisico, psicologico, culturale) ed il masochista ha bisogno di qualcuno che lo "umilii". Anche in questo caso, ci sarebbe la tendenza ad essere attratti dalla stessa persona anche con la memoria cancellata.
    Quindi detto ciò affermo che o l'amore sta esattamente alle condizioni o del corpo (olfatto) o della mente, o non esiste.
    @eliabiraschi

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  3. Maria chiara delli santi6 aprile 2016 alle ore 16:18

    Bellissima argomentazione. Adoro quel film e la penso esattamente allo stesso modo. Viva l'amore!!

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